La cultura scenica contemporanea ha definito una nuova categoria epistemologica, l`Antropologia teatrale.
Nata sul ceppo grotowskiano del "corpo" come strumento primario di espressione teatrale si è in seguito sviluppata nutrendosi essenzialmente del lavoro artistico di Eugenio Barba e delle riflessioni metodologiche elaborate dall`ISTA (International School of Theatre Anthropology). La sua principale caratteristica, sullo sfondo della storia e del costume teatrale europeo e italiano, consiste essenzialmente nel privilegiare l`aspetto della "esecuzione" dello spettacolo (con particolare attenzione all`arte dell`attore) rispetto all`importanza assegnata al momento verbale e testuale.
La proposta di lavoro teatrale del TTB consiste nell`approccio a questa nuova categoria e sensibilità culturale. Si tratta di indagare il passaggio storico dallo spettacolo come "traduzione" essenzialmente vocale di un testo "teatrale" alla sua natura di composizione organizzata di "energia" attoriale, alla messa in forma concertata di stimoli più esplicitamente sensoriali in cui risiede la caratteristica del più consapevole teatro contemporaneo.
All`interno di questa cornice di riferimento “Fuochi d’Artificio” costituisce un`opera dalla struttura aperta che (come il titolo suggerisce) mette in evidenza la bipolarità che caratterizza il fatto artistico e quello teatrale in particolare. Da una parte l`energia primaria e la forza istintiva, dall`altra la misura tecnica che le controlla e le modella: quello che etimologicamente viene infatti espresso nella parola arte.
Lo spettacolo si compone di una serie di brani teatrali di fattura disparata collegati da testimonianze visive e da una serie di introduzioni e commenti esplicativi.