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Rosso angelico
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Regia: Teatro tascabile di Bergamo

La Danza Macabra ha caratterizzato, nel passato, la cultura e l’arte europea ed in particolare quella del territorio bergamasco. Il Tascabile nel suo nuovo spettacolo non ha tentato di riprodurla, né di rivitalizzarla; ha cercato quale potesse essere l’equivalente d’una Danza Macabra del secolo appena trascorso e ha composto una sorta di danza su una sinfonia di voci e frastuoni del Novecento.

Rosso Angelico è uno spettacolo meticcio, di teatro e danza, che mescola parole e musica, tradizioni asiatiche e occidentali, musica dal vivo e musica registrata, testi del poeta  Rilke e del grande comico Totò.  
L’azione inizia con una danza di sipari di fronte a un viaggiatore in arrivo. Si schiudono, fanno affiorare suoni di voci. Il viaggiatore, attirato, li attraversa, per ritrovarsi in un mondo rovesciato, né al di là né al di qua della vita. In questo mondo ci sono scheletri che fanno i giardinieri, dalle piante escono le voci dei defunti, e la morte banchetta senza sosta in mezzo ai suoi aiutanti, mentre tutto attorno danzano i terribili angeli evocati da Rilke.
Come tutte le vere danze macabre, anche questo mondo dietro il sipario è allegro e spaventoso, buffo e sensuale, sconcertante e prevedibile. Agrodolce. Danzando, il viaggiatore attraversa uno dopo l’altro i quattro vani in cui è diviso questo palazzo della morte: il giardino, il corridoio degli angeli, il salone per il banchetto e la sala per la danza. Vede fantasmi, e ascolta voci. Danza con gli angeli, e con la morte.
Da viaggi di questo tipo, si dice, si ritorna sempre diversi, con qualcosa in più. Può darsi persino che il fondo di una tomba sia un punto di vista privilegiato, una prospettiva interessante da cui guardare, in posizione supina, il viavai del mondo.
Il titolo dello spettacolo viene da una sfumatura di colore: 9F000F, rosso “angelico”, il rosso lampone scuro dei sipari.



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Immagini

       

Voci, voci. Ascolta, mio cuore fruscia qualcosa da quei giovani morti e viene a te. Che vogliono?
Rainer Maria Rilke, Elegie duinesi

 
 
 
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